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giovedì 20 febbraio 2014

EXCHANGE   WONDERLAND


Dopo anni di attesa è arrivato il momento tanto aspettato. Credo di essere un po' in ritardo con i tempi per il mio blog ma poco importa, adesso è nato ed è qui per me, per voi, per chiunque abbia voglia di leggere e di immedesimarsi nella vita di una sedicenne che ha finalmente realizzato il suo sogno.
Tutto iniziò 5 anni fa quando una mia animatrice mi disse che a distanza di un mese sarebbe partita con Intercultura per andare in Germania e passare un anno lì. Io ero immobilizzata, non sapevo cosa dire, cosa fare. Ero felice per lei, certamente, meno per me e per mio fratello. Mio fratello era il suo ragazzo da circa un mese e io dovevo mantenere il segreto quando a mala pena riuscivo a credere a quello che mi aveva detto. Lei sarebbe andata via e io sarei rimasta in questa piccola città del Sud aspettando il suo ritorno. ''Ha coraggio'' pensavo tra me e me e senza volerlo si instaurò in me un meccanismo per il quale io avrei voluto fare la stessa cosa e per cui avrei incentrato tutte le mie energie nei mesi e negli anni successivi. Nel suo anno all'estero ci scrivemmo delle lettere, ci vedevamo su skype, le comprai dei regali per i suoi diciotto anni tanto attesi, mio fratello partì a San Valentino per un sorpresa e al suo ritorno trovò una festa con un cartellone con foto e frasi fatto interamente da me. Passarono degli anni e finalmente arrivò il mio momento. Settembre 2013. Iscrizione online e io già ero in estasi solo per essere ufficialmente una partecipante al concorso di Intecultura. A Novembre iniziarono le vere selezioni nella mia scuola, un liceo scientifico, e su quel banco io mi sentivo così elettrizzata che sul mio foglio le figure uscirono leggermente tremolanti. Passarono i giorni, i colloqui e il fascicolo però sembrava non passare mai. Pagine e pagine da compilare in inglese, domande a cui le risposte non potevano, non dovevano essere scontate, frasi da completare in una settimana per quello che sarebbe diventata la mia possibilità di vincere, di realizzare il mio sogno. E così, completato e inviato anche il fascicolo, iniziò l'attesa. Due mesi che all'inizio, credetemi, non pesavano per niente. A Gennaio iniziai a parlarne con i miei professori, con i miei amici ma nessuno mi prendeva seriamente. Per loro era un qualcosa di utopistico che mai e poi mai si sarebbe potuto realizzare. Per loro era un sogno, per me anche un progetto. A fine Gennaio però l'aria cominciava ad essere pesante, l'ansia saliva e le preoccupazioni aumentavano. ''Ho scelto i paesi giusti? Il mio fascicolo era veramente completo? Potevo impegnarmi di più? Devo chiamare? Devo chiedere informazioni? Avrei dovuto mettere più paesi? Dovrò aspettare ancora molto?'' erano le domande all'ordine del giorno a cui nessuno sapeva rispondere. Gli ultimi cinque giorni sembravano durare più dei due mesi e io non potevo più farcela. Controllavo il sito e la mia email ogni ora nella speranza di trovare qualcosa di nuovo, anzi non qualcosa, ma i nomi dei vincitori. 19 Febbraio 1014. Credo che questa data mai e poi mai la dimenticherò perché è proprio in questo giorno, alle 12.23 che il mio sogno è iniziato a diventare realtà. Un numero mi separava dal sapere il risultato. Schiaccio i tasti del mio cellulare così velocemente che ho controllato più volte per essere certa di non aver sbagliato nulla. Eccola. La parola che ho aspettato per cinque anni. Era lì. Lì per me. ''Vincitore''. Vincitrice di un programma annuale in Olanda. E io non ci potevo credere. L'Olanda. Vivrò un anno in Olanda quando per molti è un sogno soltanto visitarla. Me ne andrò e la mia vita ricomincerà da zero. Inizio a saltare, abbraccio mio padre, chiamo i miei amici e contemporaneamente piango, piango e piango ancora. Di felicità s'intende. Mi davo pizzicotti perché pensavo fosse l'ennesimo sogno che finiva con me nel letto che cercavo di riaddormentarmi per rivivere ancora quell'emozione. Era reale invece. E' reale. Sono attorniata da gente che non mi da stimoli, che non mi emoziona, che non mi attira, che non mi incuriosisce. Devo andare via. Magari questo non è il nostro posto. Ci avete mai pensato? Nasciamo in luoghi che non scegliamo e subiamo. Un luogo non può essere come la famiglia da cui nasciamo e che non scegliamo. Il luogo deve essere qualcosa che ci faccia venire  voglia di svegliarci la mattina e dire: ''Si cazzo! Sono nel posto giusto''. E io questo posto lo andrò a cercare in Olanda, o forse me lo creerò io stessa, chi lo può sapere. Il bello è che molti adesso mi guardano con ammirazione, quelli che non credevano in me hanno iniziato a farlo e indovinate quale domanda mi rivolgono più spesso? Esatto. ''Ma non hai paura di partire?'' No. Non ho paura di partire. Io ho paura di tornare.

Grazie per chi ha letto, per chi ha dato anche solo uno sguardo, per chi ha letto solo il titolo. Prometto di scrivere al più presto e di tenere aggiornato questo blog.
Alla prossima :)

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